Estetista abusiva? No grazie! Guida Completa ai Rischi Legali ed Economici dell'Esercizio Abusivo nelle Professioni di Estetista, Parrucchiere e PMU
- Signor Marketting
- 6 apr
- Tempo di lettura: 8 min
L'esercizio abusivo delle professioni di estetista, parrucchiere e operatore di trucco permanente (PMU) rappresenta una violazione grave delle normative italiane, con conseguenze legali ed economiche significative. Questo articolo intende evidenziare i pericoli associati a tali pratiche, sottolineando l'importanza di una formazione certificata e del rispetto delle leggi vigenti.
Quadro Normativo Generale

In Italia, l'esercizio di professioni regolamentate senza le necessarie abilitazioni è disciplinato dall'Articolo 348 del Codice Penale, che prevede:
Reclusione: fino a 6 mesi.
Multa: da €103 a €516.
Inoltre, se il reato è commesso da chi ha determinato altri a esercitare abusivamente una professione, le pene aumentano:
Reclusione: da 1 a 5 anni.
Multa: da €15.000 a €75.000.
FONTI:
Tutto Camere
Sanzioni Specifiche per Settore
Estetista
Secondo la Legge 4 gennaio 1990, n. 1, l'attività di estetista senza la prescritta autorizzazione comunale comporta
Sanzione amministrativa: da €516 a €1.032.
Inoltre, l'esercizio senza i requisiti professionali previsti dalla legge comporta una sanzione amministrativa da €516 a €2.582.
FONTI:
Parrucchiere/Acconciatore
La Legge 17 agosto 2005, n. 174 disciplina l'attività di acconciatore. L'esercizio abusivo può comportare:
Sanzione amministrativa: da €2.582 a €15.493.
FONTI
Trucco Permanente (PMU)
L'attività di trucco permanente rientra nelle competenze dell'estetista. Pertanto, chi esercita senza abilitazione rischia:
Reclusione: da 6 mesi a 3 anni.
Multa: da €10.000 a €50.000.
FONTI
Conseguenze Economiche e Legali per un'estetista abusiva
Oltre alle sanzioni pecuniarie e penali, l'estetista abusiva rischia:
Confisca delle attrezzature: le autorità possono sequestrare gli strumenti utilizzati illegalmente.
Chiusura dell'attività: l'attività abusiva può essere interrotta forzatamente.
Interdizione dalla professione: possibile sospensione o divieto di esercitare legalmente in futuro.
Casi Reali di Sanzioni
Estetista Abusiva Multata a Prato
A Prato, un'estetista è stata scoperta a operare senza autorizzazione in un casottino abusivo. Le sanzioni includevano:
Multa: €6.000 per mancanza del titolo professionale.
Ulteriori sanzioni: per omessa denuncia di inizio attività e abusi edilizi.
FONTI
Parrucchiere Abusivo Sanzionato a Modena
A Modena, un parrucchiere operava senza le necessarie autorizzazioni. Le conseguenze sono state:
Sanzione: €500 per attività abusiva.
Chiusura dell'attività: fino alla regolarizzazione.
Centro Estetico Abusivo a Bergamo
A Gazzaniga (BG), una donna esercitava l'attività di estetista senza requisiti professionali e sanitari. È stata denunciata e ha ricevuto una multa di €50.000.
FONTI
Sanzioni Regionali Specifiche

Oltre alle normative nazionali, molte regioni italiane hanno introdotto regolamenti specifici per disciplinare l'attività di estetista e acconciatore, con sanzioni variabili per chi opera senza le dovute autorizzazioni.
🟩Lombardia
Il Regolamento Regionale della Lombardia prevede che i Comuni siano responsabili del controllo e dell'applicazione delle sanzioni amministrative nei confronti di chi svolge trattamenti estetici senza i requisiti richiesti. Consiglio Lombardia
🟧Piemonte
La Legge Regionale 30 dicembre 2009, n. 38 stabilisce che, in caso di violazione degli obblighi previsti, il comune può ordinare la sospensione dell'attività fino a un massimo di trenta giorni. Arianna
🟫Emilia-Romagna
Il Regolamento per l'esercizio delle attività di acconciatore ed estetista prevede sanzioni amministrative per le violazioni connesse all'esercizio dell'attività, con importi variabili a seconda dell'infrazione.
🟥 Liguria
La Legge Regionale 2 gennaio 2003, n. 3 stabilisce sanzioni per l'esercizio dell'attività senza la presentazione della SCIA e sanzioni più elevate per altre violazioni.
🟩Friuli Venezia Giulia
La Legge Regionale 22 aprile 2002, n. 12 prevede sanzioni per la violazione degli obblighi e dei requisiti previsti in materia di estetista e acconciatore.
🟪Toscana
La Legge Regionale 28/2004 prevede sanzioni amministrative per chi esercita l'attività senza aver presentato la SCIA, con importi che variano in base alla gravità dell'infrazione. Gazzetta Ufficiale
🟨 Veneto
Nel Veneto, l’attività di estetista e parrucchiere è regolamentata dalla Legge Regionale n. 29 del 27/11/1991, integrata con successivi aggiornamenti. La Regione ha anche approvato standard professionali regionali che specificano i contenuti minimi della formazione professionale. Le sanzioni per attività abusive sono espressamente previste e, in caso di esercizio senza abilitazione, si può incorrere in multe fino a 10.000 euro, oltre alla chiusura coatta dell’attività.
🟪 Emilia-Romagna
Questa regione è tra le più severe e attive nei controlli. La normativa di riferimento è la L.R. 1/1990 per acconciatori, e la L.R. 17/2005 per estetisti, aggiornata nel 2019 con nuove linee guida. I corsi devono essere accreditati e il personale deve possedere abilitazioni specifiche. In Emilia-Romagna le sanzioni possono arrivare a fino a 15.000 euro con interdizione dall’attività per gravi recidive.
🟩 Toscana
In Toscana, la materia è disciplinata dalla Legge Regionale 28/2004. Anche qui vige l’obbligo di formazione certificata presso enti accreditati. La Regione ha predisposto regole molto dettagliate anche per gli operatori del trucco semipermanente. Chi opera senza abilitazione rischia sanzioni dai 1.000 ai 10.000 euro, oltre a provvedimenti civili in caso di danni a terzi.
🟥 Marche
La Regione Marche adotta la normativa nazionale con alcune specificità. Secondo la L.R. 18/2001, i corsi devono essere approvati dalla Regione, e le attività abusive vengono contrastate con controlli periodici. Le multe possono superare i 7.000 euro, e in alcuni casi si arriva anche alla denuncia penale per esercizio abusivo di professione.
🟫 Umbria
Qui la normativa è allineata con la L. 1/1990 e L. 1/1991, ma la Regione ha approvato ulteriori regolamenti attuativi. L’esercizio abusivo è perseguito anche dalla Polizia Locale. Si sono registrati casi di sanzioni per centri estetici “finti” aperti in appartamenti privati. Le sanzioni partono da 2.500 euro e possono crescere fino a 8.000 euro, oltre al sequestro dell’attrezzatura.
🟧 Lazio
Il Lazio segue la normativa nazionale con aggiornamenti specifici inseriti nella Delibera della Giunta Regionale n. 786 del 2017, che ha introdotto nuovi standard per la PMU e le tecniche avanzate. Chi lavora senza autorizzazioni viene spesso denunciato. Le multe possono arrivare a 12.000 euro, con conseguenze anche penali nei casi più gravi.
🟦 Abruzzo
La Regione ha adottato un repertorio regionale delle professioni e aggiornato i requisiti minimi per esercitare. Chi lavora senza abilitazione può subire multe da 3.000 a 10.000 euro, oltre al blocco delle attività. Alcuni Comuni (come Pescara e L’Aquila) hanno avviato campagne di controlli straordinari contro le abusive.
🟥 Molise
Anche in Molise la normativa segue le direttive nazionali, ma spesso si registra una scarsa consapevolezza dei limiti legali, soprattutto nei piccoli centri. Tuttavia, l’Agenzia delle Entrate e le forze dell’ordine locali hanno avviato controlli per attività casalinghe abusive. Le sanzioni possono arrivare a fino a 6.000 euro.
🟩 Campania
In Campania l’abusivismo è una piaga ben nota, soprattutto nelle zone popolari e nei paesi dell’entroterra. Tuttavia, le forze dell’ordine stanno intensificando i controlli. La Regione ha previsto corsi professionalizzanti ben strutturati. Le multe partono da 5.000 euro e ci sono stati casi di confisca degli strumenti da lavoro. Diverse estetiste abusive sono finite sui giornali locali.
🟨 Puglia
In Puglia la normativa è molto rigida: l’art. 4 della L.R. 30/2002 obbliga alla formazione certificata. La Guardia di Finanza ha eseguito numerosi blitz nei centri estetici casalinghi, sanzionando persone anche per evasione fiscale. Le sanzioni arrivano facilmente a 10.000 euro, con possibilità di denuncia penale per recidivi.
🟦 Basilicata
Regione con pochi centri urbani principali, ma molte attività abusive segnalate nei paesini. Le autorità vigilano sempre di più grazie a segnalazioni anonime. Le multe partono da 2.000 euro, ma possono crescere in presenza di rischi sanitari per i clienti.
🟥 Calabria
La Calabria ha aderito alle leggi nazionali ma ha anche emanato linee guida per la sicurezza nei centri estetici. Negli ultimi anni si sono registrati casi di trucchi semipermanenti eseguiti illegalmente in case private con gravi danni alle clienti. Sanzioni medie tra i 5.000 e i 9.000 euro.
🟩 Sicilia
In Sicilia è in atto una vera e propria battaglia all’abusivismo, soprattutto nei centri più grandi come Palermo, Catania e Messina. La Regione ha varato una campagna di sensibilizzazione verso la formazione certificata. La multa per l’attività abusiva può arrivare a fino a 12.000 euro, con segnalazione all’Agenzia delle Entrate per evasione fiscale.
🟨 Sardegna
Anche in Sardegna si segnalano moltissimi casi di operatrici non qualificate, in particolare per quanto riguarda la dermopigmentazione e il lashmaker. I NAS hanno effettuato ispezioni in tutta la Regione, sequestrando materiali e denunciando estetiste non in regola. Le multe possono superare i 9.000 euro.
💬 Riflessione finale: “Se vuoi fare la professionista, ragiona da professionista”
C’è un paradosso che colpisce sempre più spesso chi opera nel mondo dell’estetica o ci si avvicina: da un lato si sogna una carriera autonoma, ben retribuita, gratificante; dall’altro ci si blocca di fronte alla realtà di un investimento formativo che, in media, parte da qualche centinaio di euro fino a qualche migliaio. Eppure – ed è giusto sottolinearlo – nessuna professione specializzata è gratuita. Anzi.
Pensiamo a un elettricista: per lavorare deve seguire corsi di formazione obbligatori, conseguire abilitazioni, aggiornarsi continuamente. Un OSS (operatore socio-sanitario) spende tra i 1.500 e i 2.500 euro solo per l’attestato iniziale. Un tatuatore? Oltre ai corsi, deve rispettare rigidi protocolli sanitari e acquistare strumentazioni a norma.
I meccanici, gli idraulici, i parrucchieri regolarmente iscritti alle Camere di Commercio: tutti affrontano spese per corsi, sicurezza, attrezzatura, locali, normative. E nessuno si sogna di improvvisarsi.
💬 “Costa troppo!” – Ma sei sicura che il problema sia il costo?
Chi si lamenta che "i corsi costano troppo" sta dimenticando un concetto chiave: la formazione non è un costo, è un investimento. È la base per aprire la partita IVA, lavorare in sicurezza, evitare sanzioni, costruirsi una reputazione, trovare clienti, crescere.
Se oggi non puoi permetterti un percorso completo, cerca formule dilazionate, inizia con i primi moduli, ma non giustificare mai l’abusivismo come scelta economica.
Le vere professioniste non cercano scorciatoie. E chi continua a lamentarsi, a procrastinare, a puntare solo sul risparmio a tutti i costi… difficilmente costruirà qualcosa di stabile. Questo non è un giudizio: è un fatto. E tu, da che parte vuoi stare?
✳️ Un piccolo promemoria
Ci sono oggi percorsi certificati, accessibili e modulari, pensati proprio per chi vuole partire nel modo giusto, anche con un budget ridotto. Formarsi bene non significa per forza spendere una fortuna tutta in una volta. Ma formarsi è obbligatorio. Per la legge, per la sicurezza, per la tua carriera.
Importanza della Formazione Certificata
Per evitare tali conseguenze, è fondamentale:
Seguire percorsi formativi riconosciuti: ottenere le qualifiche necessarie per esercitare legalmente.
Ottenere le autorizzazioni richieste: assicurarsi che tutte le licenze e permessi siano in regola.
Aggiornarsi sulle normative vigenti: le leggi possono variare tra regioni; è essenziale essere informati.
Investire in una formazione certificata non solo garantisce la conformità legale, ma tutela anche la propria reputazione professionale e assicura la fiducia dei clienti.
Conclusione
L'esercizio abusivo delle professioni di estetista, parrucchiere e PMU comporta rischi legali ed economici significativi. Le sanzioni possono includere multe salate, reclusione, confisca delle attrezzature e chiusura dell'attività.
Per proteggersi, è essenziale seguire percorsi formativi certificati e rispettare le normative vigenti. Solo così è possibile costruire una carriera solida, rispettata e priva di rischi legali.
📋 Box Riassuntivo delle Sanzioni Regione per Regione
Regione | Sanzione Prevista |
Piemonte | Multe fino a 15.000 euro; chiusura dell'attività; possibile denuncia penale per esercizio abusivo della professione. |
Valle d'Aosta | Sanzioni amministrative fino a 10.000 euro; chiusura immediata dell'attività. |
Lombardia | Multe fino a 12.000 euro; sequestro delle attrezzature; denuncia penale per esercizio abusivo. |
Trentino-Alto Adige | Sanzioni fino a 11.000 euro; chiusura dell'attività; segnalazione all'Agenzia delle Entrate. |
Veneto | Multe fino a 10.000 euro; chiusura coatta dell'attività; possibili conseguenze penali. |
Friuli Venezia Giulia | Sanzioni fino a 9.000 euro; chiusura dell'attività; denuncia per esercizio abusivo della professione. |
Liguria | Multe fino a 8.000 euro; sequestro delle attrezzature; possibile interdizione dall'attività. |
Emilia-Romagna | Sanzioni fino a 15.000 euro; interdizione dall'attività per gravi recidive; denuncia penale. |
Toscana | Multe dai 1.000 ai 10.000 euro; provvedimenti civili in caso di danni a terzi; possibile chiusura dell'attività. |
Umbria | Sanzioni da 2.500 a 8.000 euro; sequestro dell'attrezzatura; denuncia per esercizio abusivo. |
Marche | Multe superiori a 7.000 euro; possibile denuncia penale; chiusura dell'attività. |
Lazio | Sanzioni fino a 12.000 euro; conseguenze penali nei casi più gravi; interdizione dall'attività. |
Abruzzo | Multe da 3.000 a 10.000 euro; blocco delle attività; controlli straordinari nei comuni principali. |
Molise | Sanzioni fino a 6.000 euro; segnalazioni anonime attivate; possibile chiusura dell'attività. |
Campania | Multe da 5.000 euro in su; confisca degli strumenti da lavoro; denuncia penale per recidivi. |
Puglia | Sanzioni fino a 10.000 euro; denuncia penale; controlli frequenti della Guardia di Finanza. |
Basilicata | Multe da 2.000 euro in su; sanzioni aumentate in presenza di rischi sanitari; possibile chiusura dell'attività. |
Calabria | Sanzioni tra 5.000 e 9.000 euro; denuncia penale; controlli intensificati negli ultimi anni. |
Sicilia | Multe fino a 12.000 euro; segnalazione all'Agenzia delle Entrate; campagne di sensibilizzazione contro l'abusivismo. |
Sardegna | Sanzioni superiori a 9.000 euro; sequestri di materiali; denunce per esercizio abusivo della professione. |
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