top of page

✨ Aprire Partita IVA in estetica: cosa sapere (prima di farsi fregare)

Vuoi iniziare a lavorare in autonomia nel mondo dell’estetica ma non sai da dove cominciare con la burocrazia? Non sei sola. Tantissime aspiranti professioniste si scontrano con lo stesso problema: vorrebbero iniziare subito, ma il solo pensiero di commercialisti, codici ATECO, regimi fiscali e dichiarazioni IVA le blocca.


Proprio per questo abbiamo raccolto, in una guida pratica pensata apposta per il settore estetico, tutti i passaggi da seguire per aprire la Partita IVA in modo semplice, consapevole e senza stress. Ma intanto, cominciamo da qui: ecco le prime cose che dovresti sapere prima ancora di andare dal commercialista.


Qual è il momento giusto per aprire la Partita IVA?


Aprire la partita iva estetica guida dalla a alla z

Molte si fanno questa domanda dopo aver fatto qualche cliente, magari in casa, magari in nero (sì, diciamolo senza ipocrisie). Ma la verità è che non esiste un “momento perfetto” valido per tutte per aprire la partita iva estetica. Esistono però dei segnali chiari che ti dicono quando è il caso di smettere di improvvisare:


  • Hai una clientela che torna regolarmente

  • Vuoi promuoverti online senza rischiare multe

  • Vuoi collaborare con centri o parrucchieri

  • Vuoi scaricare le spese e lavorare in regola


Se ti rivedi in almeno 2 di questi punti, forse è arrivato il momento di farlo davvero.


Codice ATECO per estetista: attenzione a non sbagliare


Il codice ATECO è quello che definisce ufficialmente di cosa ti occupi. E indovina? Non esiste un solo codice per l’estetica. Ecco alcuni dei più usati:


  • 96.02.02 – Servizi degli istituti di bellezza (per estetiste abilitate)

  • 96.02.09 – Altri trattamenti estetici (ad esempio onicotecnica, lashmaker, ecc.)

  • 96.09.09 – Altri servizi alla persona (alcune freelance lo usano per make-up artist)


⚠️ Attenzione: usare un codice sbagliato può limitarti nelle prestazioni che puoi offrire o crearti problemi con l’Agenzia delle Entrate. Nella guida abbiamo spiegato quali codici scegliere in base alla tua attività reale.


Meglio regime forfettario o ordinario?


Domanda da un milione di euro (anzi da 85.000€ di fatturato l’anno, per essere precisi).


Il regime forfettario è spesso il più consigliato per chi inizia. Perché?

  • Paghi una tassa unica (imposta sostitutiva) al 5% per i primi 5 anni

  • Hai meno obblighi burocratici

  • Non devi avere un commercialista (ma è sempre meglio averlo…)


Ma non è tutto oro: non puoi scaricare l’IVA su spese e attrezzature, e sei limitata nei collaboratori. Il regime ordinario, invece, è più adatto a chi ha già un volume più alto o lavora con aziende. Nella guida, abbiamo messo a confronto i due regimi con esempi pratici e tabelle. Così puoi capire quale ti conviene davvero.


Posso aprire la Partita IVA anche senza diploma da estetista?


Sì. Ma con dei limiti. Se non hai il diploma da estetista o un’abilitazione, non puoi offrire tutti i trattamenti. Insomma: puoi aprire la tua attività anche se non sei estetista, ma devi sapere cosa puoi legalmente fare. Il consiglio è quello di richiedere una consulenza a un commercialista ferrato nel settore estetico che ti aiuti a capire anche quali sono le zone grigie delle legge.




Chi mi può aiutare? E quanto costa?

Sfondiamo una porta aperta: l’apertura della Partita IVA ha dei costi, ma dipende da come ti muovi.


  • Se ti affidi a un commercialista: circa 250–350€ una tantum

  • Se usi piattaforme online (tipo Fiscozen, Taxfix, ecc.): meno, ma occhio al supporto limitato

  • Se apri da sola all’Agenzia delle Entrate: gratis, ma è un campo minato


Oltre a questo, ci sono da considerare:


  • Tassa INPS gestione separata o artigiani/commercianti

  • Eventuali spese per PEC e firma digitale

  • Fatturazione elettronica (obbligatoria in alcuni casi)


Nella guida troverai una tabella aggiornata con tutti i costi fissi e variabili per non avere sorprese.


Conclusione: aprire la Partita IVA è un passo da fare con consapevolezza


Non serve una laurea in economia per iniziare in regola, ma serve organizzazione, chiarezza e le informazioni giuste. Ecco perché abbiamo creato una guida pensata per il tuo lavoro nel mondo beauty, scritta semplice e completa dalla A alla Z, dalla scelta del regime al dialogo col commercialista, fino alla chiusura.


👉 Scopri qui la guida pratica per aprire la Partita IVA in estetica 1. Devo essere estetista qualificata per aprire la Partita IVA nel settore beauty?

Dipende dai servizi che vuoi offrire. Alcune attività legate al beauty possono essere esercitate senza abilitazione da estetista, ma solo se non rientrano tra gli “atti tipici” regolamentati dalla legge 1/1990, che richiede una qualifica professionale riconosciuta.

2. Qual è il codice ATECO corretto per chi fa extension ciglia o laminazione?

Per attività come extension ciglia o laminazione puoi usare il codice ATECO 96.02.09 – Altri trattamenti estetici, a meno che tu non sia un’estetista abilitata, in quel caso puoi optare per il 96.02.02.Attenzione: usare un codice errato può limitare l’attività o causare problemi fiscali. La guida contiene un elenco dettagliato dei codici ATECO più usati nel settore beauty.

3. Che differenza c’è tra regime forfettario e regime ordinario?

Il regime forfettario è consigliato per chi inizia: ha tassazione semplificata al 5%, meno burocrazia e nessuna IVA da applicare. Il regime ordinario, invece, permette di detrarre l’IVA sugli acquisti, ma è più complesso e adatto a chi ha già volumi alti. Nella guida trovi un confronto pratico tra i due regimi, con pro, contro e simulazioni di guadagno.

4. Quanto costa aprire la Partita IVA come estetista o freelance nel beauty?

I costi dipendono da come la apri:

  • Gratis se fai tutto da sola (ma rischioso)

  • 250–350€ con un commercialista

  • 100–150€ con servizi online (ma con supporto limitato)

A questi si aggiungono eventuali costi INPS, PEC, firma digitale e spese di gestione. Nella guida trovi un calcolo aggiornato dei costi di apertura e gestione annuale.

5. Devo iscrivermi all’INPS se apro la Partita IVA?

Sì, se apri una Partita IVA devi versare i contributi all’INPS. A seconda dell’attività e del codice ATECO, puoi finire nella gestione separata o in quella artigiani/commercianti. Ogni gestione ha regole diverse su contributi fissi, percentuali e agevolazioni. La guida ti spiega come capire a quale gestione INPS appartieni e cosa cambia.

6. Posso scaricare le spese se sono in regime forfettario?

No. Nel regime forfettario non puoi scaricare le spese singole: lo Stato ti riconosce a forfait (cioè automaticamente) un 22% di costi. Se hai molte spese (attrezzature, corsi, affitto), potresti valutare un altro regime. Nella guida c’è un confronto tra quanto “conviene” davvero il forfettario.

7. È obbligatoria la fatturazione elettronica per chi ha Partita IVA nel beauty?

Sì, dal 2022 è obbligatoria la fatturazione elettronica anche per chi è in regime forfettario, salvo rari casi con fatturato molto basso. Questo significa che dovrai emettere fatture tramite sistemi autorizzati (es. Fisco online, Aruba, commercialista).Nella guida trovi un capitolo dedicato con le piattaforme consigliate per iniziare.

8. Cosa rischio se lavoro nel beauty senza Partita IVA?

Lavorare senza Partita IVA espone a multe da 500 a 5.000 euro, oltre al rischio di controlli fiscali, segnalazioni e problemi legali, specie se promuovi l’attività online. Non solo: non puoi stipulare contratti, emettere ricevute, né collaborare con aziende. La guida spiega quando e come regolarizzarti per evitare problemi futuri.

9. Posso aprire la Partita IVA da sola online?

Sì, è possibile aprire da sola la Partita IVA tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate. Ma attenzione: un errore su codice ATECO o regime può costarti caro. Se scegli questa strada, è meglio avere una guida affidabile davanti. Oppure puoi usare la guida pratica che abbiamo preparato, con tutti i passaggi spiegati.

10. Serve la SCIA o altre autorizzazioni oltre alla Partita IVA?

Sì, se apri un locale fisico per l’attività (es. cabina in affitto o tuo studio), dovrai presentare una SCIA al Comune, avere requisiti igienico-sanitari, autorizzazioni ASL e rispettare la normativa regionale. Se lavori a domicilio o come freelance ospite, gli obblighi cambiano. Nella guida c’è un focus su SCIA, permessi e normative locali per chi lavora in bellezza

Comments

Rated 0 out of 5 stars.
No ratings yet

Add a rating
Effettua l'accesso ed entra in contatto con gli altri membri
Scopri e segui gli altri membri, lascia commenti e molto altro.
bottom of page